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Trento, 3 agosto 2006
ISTITUZIONE DEL «FONDO TRENTINO PER IL PAESAGGIO»
Proposta di mozione presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per L’Ulivo

Secondo una comune definizione (Wikipedia), il paesaggio si può definire come “una parte del territorio, così come essa è percepita dalle popolazioni, il cui aspetto può essere determinato da influssi naturali, seminaturali e antropici. L’essere umano, con la sua percezione, identifica nel territorio il paesaggio e, con le sue attività, può influenzarne in modo decisivo l’evoluzione. Il paesaggio è in pratica l’aspetto formale dell’ambiente o del territorio. Come afferma il Romani (1986) il paesaggio esprime la sintesi visibile del contesto naturale (sia fisico che biologico) delle attività dell’uomo (dalle eredità storiche, alle testimonianze artistiche, agli aspetti economici, alle condizioni sociali ecc.) e della loro collocazione in un ambito culturale. Il paesaggio viene sempre più percepito, quindi, come un bene culturale, o come un archivio storico, nel quale sono visibili le tracce della storia degli uomini e della natura”.

Gli Stati membri del Consiglio d'Europa hanno firmato a Firenze, il 20 ottobre 2000, la Convenzione europea sul Paesaggio, inteso nel testo come una “parte di territorio, cosi come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali c/o umani e dalle loro interrelazioni”. La Convenzione si prefigge lo scopo di promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei paesaggi e di organizzare la cooperazione europea in questo campo.

Nel preambolo alla Convenzione si legge tra l’altro che i Paesi aderenti sono “desiderosi di pervenire ad uno sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l'attività economica e l'ambiente”. Si constata che “il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sui piani culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all'attività economica e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro”. Si legge pure che “il paesaggio concorre all'elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell'Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell'identità europea”. Si riconosce inoltre che “il paesaggio é in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni nelle area urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana”. Si osserva che “le evoluzioni delle tecniche di produzione agricola, forestale, industriale e pianificazione mineraria e delle prassi in materia di pianificazione territoriale, urbanistica, trasporti, reti, turismo e svaghi e, più generalmente, i cambiamenti economici mondiali continuano, in molti casi, ad accelerare le trasformazioni dei paesaggi”. Così afferma la Convenzione: “Desiderando soddisfare gli auspici delle popolazioni di godere di un paesaggio di qualità e di svolgere un ruolo attivo nella sua trasformazione; persuasi che il paesaggio rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e sociale, e che la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità per ciascun individuo, ogni Parte coinvolta nella Convenzione si impegna a: a) riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di via delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità; b) stabilire e attuare politiche paesaggistiche volte alla salvaguardia, alla gestione e alla pianificazione dei paesaggi tramite l'adozione di misure specifiche; c) avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche; d) integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio.

Le misure che si intendono adottare prevedono interventi di: A) Sensibilizzazione - Ogni Parte si impegna ad accrescere la sensibilizzazione della società civile, delle organizzazioni private e delle autorità pubbliche al valore dei paesaggi, al loro ruolo e alla loro trasformazione. B) Formazione ed educazione - Ogni Parte si impegna a promuovere: a) la formazione di specialisti nel settore della conoscenza e dell'intervento sui paesaggi; b) programmi pluridisciplinari di formazione sulla politica, la salvaguardia, la gestione e la pianificazione del paesaggio destinati ai professionisti del settore pubblico e privato e alle associazioni di categoria interessate; c) degli insegnamenti scolastici e universitari che trattino, nell'ambito delle rispettive discipline, dei valori connessi con il paesaggio e delle questioni riguardanti la sua salvaguardia, la sui gestione e la sua pianificazione.

Un esempio concreto di impegno a favore della tutela e della promozione del paesaggio viene dalla Svizzera, dove ben prima dell’entrata in vigore della Convenzione europea sul Paesaggio si è dato vita ad un’iniziativa molto valida e che potrebbe essere replicata anche nella nostra provincia. Con il Decreto federale del 3 maggio 1991 che accorda un aiuto finanziario per la conservazione e la tutela dei paesaggi rurali tradizionali, il Parlamento della Confederazione Elvetica celebrò il Settecentesimo della Confederazione istituendo il Fondo Svizzero per il Paesaggio (FSP). Inizialmente il Fondo aveva una dotazione pari a 50 milioni di franchi ed una durata limitata nel tempo di 10 anni. Il 23 settembre 1999 il Parlamento ha approvato una proroga fino al 2011, conferendogli un’ulteriore dotazione di 50 milioni di franchi. Dalla sua fondazione, nel 1991, il FSP ha già patrocinato un migliaio di progetti, devolvendo fino ad oggi oltre 90 milioni di franchi.

I beneficiari degli aiuti finanziari possono essere privati, associazioni e fondazioni, Comuni, Regioni e Cantoni. Nella valutazione dei progetti, il FSP accorda grande importanza all’impegno dei promotori alla loro competenza specialistica e alla funzione esemplare dell’iniziativa per quanto riguarda gli obiettivi, l’attuazione e il metodo operativo. Viene accordata la priorità ai progetti che esplicano effetti benefici sul territorio circostante e che denotano un’efficacia durevole. Il FSP opera senza lungaggini burocratiche. Interviene nei casi in cui non esistano possibilità di finanziamento da parte di altre istituzioni. Gli aiuti del FSP possono essere elargiti sotto forma di contributi a fondo perduto oppure di prestiti senza interessi. Il FSP è finanziato tramite contributi della Confederazione, contributi volontari dei Cantoni e dei Comuni come pure dell’economia e di privati, attraverso donazioni e sponsorizzazioni attive a favore di singoli progetti.

Per assicurare la cura dei paesaggi rurali tradizionali, norme e divieti legislativi non bastano.

Il FSP garantisce i necessari incentivi finanziari per le iniziative spontanee finalizzate alla conservazione e al ripristino dei paesaggi e dei monumenti storico-culturali. Tale principio promuove la predisposizione all’autoaiuto dei fautori regionali e locali; agevola inoltre le sinergie tra agricoltura, turismo, edilizia ed artigianato tradizionale autoctono. Grazie ai suoi contributi, il FSP promuove materialmente lo sviluppo a livello regionale, incentivando l’occupazione in zone economicamente deboli. Gli aiuti finanziari esplicano un “effetto-domino“: in molti casi, infatti, finiscono per attirare ulteriori investimenti. Molti progetti svolgono una funzione esemplare e forniscono lo spunto ad altri per la realizzazione di un progetto.

Il FSP patrocina le iniziative volte a conservare la varietà biologica e strutturale del paesaggio. A titolo di esempio:

─ coltivazione e gestione adeguate dei paesaggi rurali tradizionali pressoché naturali

─ ricostituzione di habitat pressoché naturali

─ ripristino “dolce” di elementi che conferiscono un carattere particolare al paesaggio, quali muri a secco e tetti in scandole

─ rivitalizzazione di frutteti, siepi e margini boschivi

─ rinaturalizzazione di corsi d’acqua imbrigliati in canali o inseriti in condutture

─ ecologia degli insediamenti, valorizzazione delle zone circostanti gli abitati.

Il FSP è inoltre in grado di promuovere finanziariamente idonee misure d’informazione volte a sensibilizzare circa la necessità di conservare e curare i paesaggi rurali tradizionali a condizione che esse siano in relazione con un progetto complessivo che già gode del sostegno finanziario del FSP. Per progetto complessivo si intende un progetto che prende in considerazione tutti gli elementi paesaggistici principali di una zona e prevede concrete misure di rivalorizzazione a beneficio della natura e del paesaggio.

Le richieste di sovvenzionamento al FSP possono venir presentate da singoli promotori o da enti pubblici. I fautori devono disporre di una visione chiara circa gli obiettivi del progetto. La fattibilità dev’essere garantita. La richiesta va corredata anche da un preventivo sui costi e da un piano di finanziamento. La valutazione dei progetti si fonda inoltre sui seguenti criteri:

─ Effetti positivi sul paesaggio, misure concrete
I progetti devono mirare come risultato diretto all’attuazione tangibile del progetto attraverso misure concrete sul terreno.

─ Effetti durevoli
Vengono preferite le soluzioni durature rispetto ad iniziative di corto respiro.

─ Impegno e motivazione
È necessario l’impegno morale o materiale in prima persona dei fautori.

─ Coinvolgimento della popolazione
Le iniziative devono godere del supporto della popolazione locale, eccezion fatta se il progetto stesso persegue l’obiettivo di motivare e coinvolgere la popolazione.

In considerazione della prossima revisione del Piano Urbanistico Provinciale e della legge urbanistica, nonché del sessantesimo anniversario dell’accordo Degasperi-Gruber che ha posto le basi per il riconoscimento dell’Autonomia del Trentino e che potrebbe essere adeguatamente celebrato con un’iniziativa ispirata al modello del Fondo Svizzero per il Paesaggio, ciò premesso

il Consiglio impegna la Giunta provinciale

1. a riconoscere nel proprio ordinamento legislativo e regolamentare l’importanza del paesaggio ed il valore della sua conservazione;

2 .a promuovere l’istituzione di un Fondo Trentino per il Paesaggio sul modello e con i criteri del Fondo Svizzero per il Paesaggio, dotandolo di un adeguato stanziamento iniziale.

Cons. prov. dott. Roberto Bombarda

 

     

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